- Dettagli
- Creato LunAMCETE_Gennaio+0100RGenAMCET_Jth7
Il Bypass, il Muro e altre brutture: vi spiego il rapporto problematico tra la città e le Ferrovie (anche agli smemorati)

Il ragionamento è stato: visto che, comunque, il progetto siamo costretti a subirlo e si farà, anziché opporci alla cieca con il rischio di non ottenere nulla, cerchiamo di far riconoscere alla città delle importanti compensazioni, soprattutto in opere compensative che possano migliorare le condizioni del territorio, in particolare in termini di grande viabilità, così da alleviare la morsa del traffico, pesante ed ordinario, in cui è costretta Falconara. È per merito nostro se oggi esiste un tavolo di Confronto, con l’obiettivo di siglare un Protocollo che svanisca formalmente dette compensazioni”. È in fase avanzata ma il nostro obiettivo è quello di ottenere il massimo possibile. Non firmeremo mai un Protocollo che non sia in grado di migliorare la viabilità. Ci interessa soprattutto la cessione a titolo gratuito dell’ampia superficie che si estende da Villanova verso il mare (oggi uno scalo merci), cosi da creare spazi di verde pubblico attrezzato e collegare dignitosamente la città con il suo mare, senza l’argine impenetrabile del tracciato ferroviario. Sul Passante, in generale, abbiamo sempre ribadito la nostra contrarietà all’opera come è stata concepita.
Vero che si mette in sicurezza la linea ferroviaria che ora attraversa la Raffineria Api ma si sconvolge un territorio senza avere la certezza che questo sia un primo stralcio dell’arretramento complessivo della linea ferroviaria Adriatica. È in questo contesto che si inquadra la nostra battaglia, che vede in testa a tanti altri Comuni il Sindaco Stefania Signorini, di contrastare in maniera netta l’esecuzione delle barriere fonoassorbenti, che rappresenterebbero la morte per ogni azione di rinascita del Centro Storico e di tutta la costa adriatica fino ad Ancona. La grande sfida che conduciamo come Comune e per la quale esortiamo la Regione e gli altri enti comunali costieri è di essere in grado di pensare, finalmente, in grande e non ridursi a mere politiche di gestione del ristretto ambito amministrativo e geografico.
- Dettagli
- Creato MarPMCETE_Dicembre+0100RDicPMCET_Jth7
La gestione provinciale dei rifiuti, Jesi s'è desta: basta perdere tempo, occorre un cambio di marcia!

Questa empasse, causata dalle amministrazioni di centrosinistra nonostante le sentenze di Tar e Consiglio di Stato, è costata ai soli cittadini falconaresi la possibilità di vedersi ridurre la tassa sui rifiuti a partire dall’impossibilità di indire gare locali, figlia della cieca testardaggine di voler procedere a dispetto dei santi. Falconara ha già bocciato il Documento Unico di Programmazione presentato dall’Ata ed è pronta per un auspicabile e non più rinviabile incontro con Senigallia, Jesi, e Fabriano. Tra sindaci, chiamiamoli così, “non allineati”. All’ordine del giorno: rimettere in discussione i criteri di affidamento al gestore unico e la localizzazione dell’impianto di trattamento dell’umido, il cosiddetto biodigestore: mai e poi mai alle porte di Castelferretti!
- Dettagli
- Creato GioAMCETE_Dicembre+0100RDicAMCET_Jrd7
A14, arretramento ferroviario e infrastrutture: occorre serietà, non giochi di partito

E ben poco da applaudire. Fanno sapere i nostri che la “Ministra” ha già pronta la terza corsia dell’A14 da Porto Sant’Elpidio verso sud, che l’uscita nord dal porto di Ancona è cosa fatta come anche l’arretramento ferroviario per Pesaro. E che quello tra Pesaro e Ancona? È in pieno studio di fattibilità. Pensate: arriverà a marzo. Habemus Papam? Ma per piacere! La mia calcolatrice è accesa dal giorno in cui il ministro Gualtieri – erano i tempi della campagna elettorale – tirò fuori la cifra di 8 miliardi di Recovery Fund per le Marche. Quanto ci si è bullato Mangialardi nei giorni a seguire? OTTO MILIARDI di qua, OTTO MILIARDI di là. Venerdì scorso l’ottimo Andrea Taffi sulle colonne del Corriere Adriatico ha riassunto bene la questione. Gli 8 miliardi NON ESISTONO. I 210 miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia (e anche qui grosso punto interrogativo in attesa di sapere gli esiti del voto degli Stati membri sul bilancio europeo) non sono mai stati ripartiti.
Vado avanti? Guardiamoci negli occhi e parliamo seriamente: si può credere a un investimento da 1,3 miliardi di euro, come quello annunciato dalla De Micheli per la terza corsia, quando ancora si è in piena bagarre sulla concessione della rete autostradale con mezzo governo che sotto sotto tifa per i Benetton e l’altra metà che dà loro la caccia dopo il crollo preterintenzionale del Ponte Morandi? Ma soprattutto: è credibile la stessa De Micheli? Il suo operato nelle Marche quale Commissario straordinario al terremoto, fatto di annunci continui e di nulla costante, mi genera dubbi legittimi. Intanto ha fatto bene il reggente regionale di Forza Italia, Francesco Battistoni a richiamare la De Micheli alle sue responsabilità istituzionali di coordinarsi con il governo regionale in carica anziché con un tronco di opposizione. I nodi delle infrastrutture regionali – compreso l’arretramento che ci sta tanto a cuore come falconaresi – sono problemi reali da risolvere e non terreno di dibattito interno al Partito Democratico, i cui esponenti sembrano più interessati a un riposizionamento in vista del congresso all’ultimo sangue dopo la cocente sconfitta di settembre.
Vado avanti? Guardiamoci negli occhi e parliamo seriamente: si può credere a un investimento da 1,3 miliardi di euro, come quello annunciato dalla De Micheli per la terza corsia, quando ancora si è in piena bagarre sulla concessione della rete autostradale con mezzo governo che sotto sotto tifa per i Benetton e l’altra metà che dà loro la caccia dopo il crollo preterintenzionale del Ponte Morandi? Ma soprattutto: è credibile la stessa De Micheli? Il suo operato nelle Marche quale Commissario straordinario al terremoto, fatto di annunci continui e di nulla costante, mi genera dubbi legittimi. Intanto ha fatto bene il reggente regionale di Forza Italia, Francesco Battistoni a richiamare la De Micheli alle sue responsabilità istituzionali di coordinarsi con il governo regionale in carica anziché con un tronco di opposizione. I nodi delle infrastrutture regionali – compreso l’arretramento che ci sta tanto a cuore come falconaresi – sono problemi reali da risolvere e non terreno di dibattito interno al Partito Democratico, i cui esponenti sembrano più interessati a un riposizionamento in vista del congresso all’ultimo sangue dopo la cocente sconfitta di settembre.
- Dettagli
- Creato MerAMCETE_Dicembre+0100RDicAMCET_Jnd7
La nuova Carta cittadina, un momento storico tra critiche ridicole
Tra luglio e ottobre ci siamo riuniti 7 volte in sedute lunghe anche 12 ore per esaminare il testo, recepire contributi, valutare modifiche migliorative e arrivare a una Carta condivisa. Il regolamento è frutto di un confronto che, nel tempo, ha coinvolto anche rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni di categoria, di associazioni animaliste che hanno avuto modo di esaminare i 61 articoli e dare il proprio contributo. Vengono regolamentate situazioni che prima non venivano contemplate come la vendita di bevande alcoliche, l’uso di droghe, la prostituzione, la questua molesta, bivacchi e accampamenti non autorizzati. Viene introdotto il Daspo urbano. Dispiace tuttavia constatare che, come al solito, c’è chi gioca sporco e si serve del consiglio comunale solo farsi un po’ di audience presso i suoi.
Dopo tanto lavoro e condivisione, dopo nessun cenno di obiezione nel corso delle commissioni, ricevere 16 emendamenti svuota di fatto il ruolo dell’organismo collegiale, che invece dovrebbe garantire la massima partecipazione. Così viene a mancare la correttezza istituzionale nel rapporto tra maggioranza e opposizione. Viene da chiedersi, a questo punto, a cosa servano le commissioni. Per altro, come ho avuto modo di rispondere, le richieste di modifiche (tutte bocciate) andavano dal ridicolo al surreale, fino all’ovvio. Punti già contenuti nel Regolamento o tra le norme già in vigore. Mosse che evidenziano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la differenza tra il lavoro serio e il varietà politico.