DEMOCRAZIA PARTECIPATA E BUROCRAZIA DILAGANTE, DUE ANATRE AZZOPPATE: AGIRE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI!


italiaConsentitemi una riflessione in un momento in cui Democrazia e Burocrazia mostrano, in maniera evidente, il loro nervo scoperto. La macchina statale che abbiamo contribuito, in questi decenni di democrazia parlamentare, non è illogica. È semplicemente il frutto della storia della nostra Repubblica, con tutti suoi pregi e le sue distorsioni.

Per quanto addomesticata dalle convenienze, di varia natura, essa è buona per la gestione di tempi "normali", non in periodi di emergenza vera e, men che mai, in tempi di guerra (a cui quelli attuali sono assimilabili). Agire nell'ambito di regole ordinarie è come usare una tisana o un pannicello caldo, per pretendere di curare una malattia importante, insidiosa e, per alcuni aspetti, sconosciuta, per di più improvvisa.

Il nostro ordinamento non può non prevedere mezzi, percorsi, meccanismi decisionali speciali, temporanei ed incisivi, a livello decisionale e di utilizzo di risorse straordinarie. Dovremo, responsabilmente, tenerne conto per l'immediato futuro e coprire un quadro normativo, ma anche culturale. Nessuno si deve sentire menomato della eventualità di restrizioni necessarie alle libertà individuali o di associazione.

Al contempo non bisogna confondere ciò che ho appena accennato, con l'obbligo ineludibile del diritto all'informazione, erga omnes, precisa e puntuale. D'altra parte la storia è piena di esempi e di episodi in cui tali diritti sono stati gestiti e superati, in forza di un bene comune e di un rafforzamento, in definitiva a posteriori, anche della stessa forma democratica. Anzi essa ne è sempre venuta fuori vittoriosa, più limpida e più efficace.

Valga solo la pena di ricordare gli eventi dell'ultima grande guerra, quando Churchill, adottò forme e metodi eccezionali, di carattere autoritario, chiamando nel contempo alla condivisione le rappresentanze di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Esse risposero con senso di responsabilità, contribuendo ad esercitare il loro peso nei momenti cruciali della storia. Tutto questo non fu secondario a combattere e vincere la damnatio nazionalsocialista hitleriana.

Ora il nemico è ben più vasto ed invisibile, ma proprio per questo è necessario agire con prontezza, condivisione, adottando decisioni immediate, operazioni chirurgiche, usando mezzi e forme straordinarie. 
Non sto qui a discettare circa la bontà o la rapidità o l'efficacia delle decisioni adottate dal Governo Conte. Ci sarà tempo e modo per analizzare a fondo, a mente fredda e in maniera costrittiva.

Sono necessarie iniezioni di liquidità finanziarie "a pioggia" (mai come ora tale termine tanto, per altri versi, abusato, è puntuale appropriato. I Comuni, in primis, quali soggetti "in trincea" e poi gli altri, tanti, Enti erogatori di spesa, sparsi nel territorio e nei vari meandri amministrativi, sono davvero in condizione di intervenire. Subito. Il Governo, su questo versante, è incerto e impacciato. Di più. I Comuni, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno anche risorse spendibili per agire con immediatezza. Occorre abbattere, con un tratto di penna, i vincoli (astrusi e buoni solo in condizioni ordinarie)che vincolano le barriere e i meccanismi meramente ragionieristiche.

Che senso ha mentre la casa "brucia" parlare di suddivisione, ad esempio, a comparti stagni, tra "investimenti" e partite "correnti"? Il solo abbattimento di questo limite, per non parlare di altri, genera immediatamente risorse spendibili. Certo si cambiano i programmi, le promesse, le prospettive future! Ma non il momento di accorrere e badare al tetto che crolla? Puntellando, dando acqua all'incendio, rafforzando le fondamenta? Siamo capaci di questo?

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