Costruttori e ingegneri sposano l'Arretramento Ferroviario, ultima chiamata per la politica

Costruttori e ingegneri sposano l'Arretramento Ferroviario, ultima chiamata per la politica

progetto ingegneri arretramentoRiuscirà la politica odierna, visto che non riesce nel suo compito di guidare i processi di trasformazione, almeno a seguire energie e idee che emergono dalla cittadinanza? Me lo sono chiesto alla notizia che anche l’Ance, l’associazione dei costruttori all’interno di Confindustria, ha sposato il progetto di arretramento ferroviario della linea Adriatica sull’onda della proposta progettuale elaborata dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ancona (nella foto, elaborato dal Corriere Adriatico). Prendo anche atto delle dichiarazioni di questi ultimi giorni di Francesco Baldelli, assessore regionale alle Infrastrutture, di porre in primo piano il Progetto. Da Falconara lo incoraggiamo a reperire le somme necessarie per rendere questo sogno una realtà. Superando anche incomprensibili opposizioni da parte di amministratori qualificati, in particolare del Capoluogo Dorico.

Chi mi segue sul blog sa come la penso. Il primo post in cui tratto l’argomento risale al 2013 ma personalmente posso testimoniare che Mario Baldassarri, viceministro dell’Economia tra il 2001 e il 2006, padre dell’ultima grande opera pubblica marchigiana (quella Quadrilatero, osteggiata a più non posso dai “sinistri” di casa nostra, venne proprio a Falconara a illustrare il suo arretramento con la realizzazione di 20 chilometri di lungomare tra Senigallia e Ancona.

Un sogno che gli stessi “sinistri” di cui sopra (allora più numerosi, oggi molti meno, vivaddio) hanno sempre tacciato come “fantasie”. Lo ha ricordato proprio in questi giorni lo stesso Baldassarri: una voce autorevole quando si parla di infrastrutture. Io non mi sono mai rassegnato, nella certezza che la Politica non debba limitarsi a essere mera gestione della quotidianità ma debba guardare avanti, immaginare il futuro, indirizzare il cambiamento. È con vero piacere, dunque, che oggi leggo di queste prese di posizione per nulla scontate. Badate bene: il tema dell’arretramento non è secondario rispetto alla progettazione del territorio. Troppo costoso? E quanto ci costa l’immobilismo? L’economista Carlo Cottarelli lo scorso agosto ha stimato in 6 miliardi di Pil, il peso del gap infrastrutturale della nostra regione. E poi mi spiegate perché nello scacchiere nazionale la Linea Adriatica deve essere sempre figlia di un dio minore rispetto alla Tirrenica?

Mi rivolgo alla Regione Marche ma anche ai parlamentari eletti nella nostra regione. Vanno bene la Fano-Grosseto e la Salaria, la Orte-Falconara e la terza corsia della A14, finite la Ancona-Perugia e il raddoppio della variante alla SS16 tra Falconara e la Baraccola di Ancona: sono tutte opere fondamentali. Ma non trascurate l’Arretramento, non dimenticate di ascoltare questo movimento di popolo e di idee che si presta a proporre progetti. Ne va dello sviluppo economico delle Marche. L’alta velocità, quella vera, gioverebbe al trasporto merci – con le potenzialità ancora inespresse del triangolo logistico tra il porto di Ancona, l’aeroporto di Falconara e l’interporto di Jesi – ma anche al turismo per la maggior facilità di raggiungere il nostro territorio e per tutta la valorizzazione che avrebbe la costa. Iniziamo oggi, non è troppo tardi.

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