Politici e tecnici, la sfida per rigenerare le città è far fruttare questi 7 milioni: non lasciamoli sulla carta

Politici e tecnici, la sfida per rigenerare le città è far fruttare questi 7 milioni: non lasciamoli sulla carta

squadra rialzo esternoGli oltre 7 milioni di euro di fondi nazionale che arriveranno a Falconara, con gli altrettanti che giungeranno a Senigallia, fanno parte di un pacchetto da più di 800 milioni previsti nell’ambito del Programma nazionale della qualità dell’abitare. Il Ministro Giovannini, visto il grande successo dell’operazione, si è già impegnato ad estendere il finanziamento a circa 3,4 miliardi di euro con fondi provenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Da tutta Italia sono arrivate 290 domande e i progetti marchigiani, veicolati dalla Regione, si sono piazzati al 28esimo, 29esimo e 68esimo posto. Un risultato reso possibile dal fatto che, coalizzandoci con Senigallia, abbiamo superato il limite dei 60mila abitanti previsto dal bando.

Un bel gioco di squadra che sottolinea ancora una volta come al di là del campanile, non sbagliato di per sé se lo si considera amore e attaccamento per il proprio paese, l’aggregazione e l’unità d’intenti risulti vincente per raggiungere grandi risultati. Un segnale importante per le Marche, declinate troppo spesso , a mio avviso in maniera goliardica, al plurale, che finalmente in qualche occasione si uniscono e superano i localismi. È ora di dire basta alla propensione ad accettare supinamente il “Principe esterno”. In politica, come nelle attività, culturali ed economiche. Le Marche hanno tutto. Propongono se stesse e si aprono al mondo esterno in maniera biunivoca, precondizione, soprattutto culturale, per accogliere senza complessi ma facendosi valere con le proprie specificità e i propri tesori.
 
Un plauso va dunque fatto alla politica che ha saputo lavorare insieme. L’altro voglio farlo agli uffici comunali, in particolare miei, alle professionalità che hanno saputo tradurre in atti amministrativi gli indirizzi politici. Li attende ora un compito anche più gratificante: quello di trasformare in realtà la carta. Senza complessi di inferiorità. Il compito non è facile affatto in un’Italia campione di lentezza nel tragitto tra il progetto preliminare e il taglio del nastro. Eppure qualcosa dobbiamo fare.
 
Nel Dopoguerra, con l’intera Nazione da ricostruire, ci si è rimboccati le maniche e si è lavorato. Oggi il discorso è differente perché abbiamo aree che hanno cambiato la loro destinazione, altre abbandonate che debbono essere recuperate. C’è ancora, infine, la necessità di evitare nuove edificazioni puntando sulla rigenerazione dell’esistente.
 
In quest’ottica Falconara e Senigallia hanno collaborato per il recupero di percorsi e spazi pubblici, per riconnettere – nel nostro caso - la città al mare. La ferrovia come un elemento, non di divisione, ma dì opportunità. Rinnoviamo i fasti del 1865 quando la ferrovia ha rappresentato un elemento storico di novità e di sviluppo. Come dopo la Guerra Ancona ha saputo risollevarsi, così ora, Ancona, la Provincia, il Conero, le Marche sappiano alzare la testa, rinnovarsi e proporsi all’Italia e al mondo intero. Sì, al Mondo interna, come il mio amico Pietro Muzzetto, recentemente scomparso, ipotizzava e fantasticava, sulla base della esperienza, vissuta, con la guerra dei Balcani, allorquando l’Aeroporto di Falconara era divenuto l’avamposto del mondo civile e democratico.

Penso alla parte nord di Falconara, quella industriale in abbandono, dei troppi ex: Ex Montedison, ex Antonelli, ex Squadra Rialzo. Alla ricerca di una nuova vocazione. In tutto questo percorso si innesta la nuova legge regionale sulla Rigenerazione urbana e l’attività edilizia che, insieme alle possibilità date da Piano Casa, Bonus 110%, eccetera, potrà essere la spalla normativa dei privati per la riqualificazione dei propri immobili e delle abitazioni. A Falconara dove il patrimonio immobiliare è datato e dove le ristrutturazioni immobiliari erano già forti nel periodo pre Covid (circa 600 solo nel 2019) una marcia in più in un percorso già avviato. Rigenerare e non semplicemente ristrutturare. È una operazione CULTURALE, prima ancora che economica. Sappiano i nostri urbanisti cogliere il momento epocale.

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