Care Ferrovie, che vi abbiamo fatto di male?

rfi muro falconara simulazione
A saperlo prima, uno avrebbe respinto, oltre 150 anni fa, il tracciato adriatico della linea ferroviaria. Quella strada ferrata che per tanti anni, complice anche l'innesto con la linea Romana, ha fatto la fortuna di Falconara oggi sembra ritorcersi contro la città e i suoi cittadini. È notizia di pochi giorni fa l'intenzione di Rfi di erigere un muro fonoassorbente al posto dell'attuale barriera che divide la Flaminia dai binari. "Opera di mitigazione acustica", dicono, per portare i decibel a norma di legge. Sotto i 60 db al passaggio dei treni. Una realizzazione che costerà 20 milioni di euro alle casse dello Stato e, ai cittadini, la possibilità di vedere il mare, di goderne la brezza e i vantaggi di avere uno sfogo anche per quel che riguarda i gas di scarico delle auto lungo la vecchia statale. Venti milioni, mica bruscolini. Quando poi, più a nord, le stesse Ferrovie ci vengono a dire che mancano i soldi per riqualificare i quartieri flagellati dal bypass ferroviario. Ora, non so voi, ma io a farmi prendere in giro da questi ingegneri che arrivano da fuori convinti che al Castello qualcuno abbia l'anello al naso proprio non ci sto.

Qualcuno vorrebbe realizzare il bypass, lasciare dove stanno i binari in più, gli scali merci che circondano Villanova e, inoltre, sbarrare tutto il lato mare di Falconara. Trasformare la strada ferrata in una gabbia, in sostanza. Ho sempre sostenuto, rispetto al bypass, che Rfi si sarebbe dovuta impegnare con opere migliorative del quartiere: verde pubblico, piste ciclabili, il ripristino delle aree degli scali merci lasciate libere. Ragionare al bypass come il primo stralcio del futuro arretramento, unica opera che consentirebbe a Falconara di aprirsi alla costa, di avere il suo lungomare. Non solo si fa fatica a incanalare la discussione sull'arretramento. Non solo arrivano pretese last minute di mantenere i binari esistenti. Non solo sul piatto del compensazioni non vengono messi che spiccioli. Ora ci vengono a dire che, in nome del silenzio, ci consentiranno di poter aprire le orecchie al prezzo di chiudere gli occhi. La domanda viene spontanea: care Ferrovie, che via abbiamo fatto di male? Per quel che mi riguarda, mi opporrò con tutto me stesso a questo scempio. Da amministratore e da cittadino.

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