MORATORIA SUI MUTUI DEI COMUNI, UN PROVVEDIMENTO ATTESO QUANTO INVOCATO: PER NOI 2,5 MILIONI PER I CITTADINI
debitoNoto, ma non credo di essere il solo, che a livello centrale si tergiversa e si riflette, un po' troppo, a mio avviso, su alcuni provvedimenti che ritengo risolutivi. Soprattutto quelli direttamente legati alla operatività concreta e immediata degli Enti Locali, i Comuni in particolare. Essi non possono essere considerati solo o prevalentemente ricettori passivi, ma attivi, anzi proattivi.

Sembra infatti che siano considerati, dal potere centrale, semplici e banali “replicanti” delle disposizioni analitiche provenienti da Roma. 
A tutto svantaggio della rapidità di attuazione degli indirizzi e, soprattutto, senza possibilità quasi alcuna di adattarle e qualificarle davvero alle specificità dei territori. Le esigenze sono, infatti, molteplici e variegate. Impossibile ipotizzarle tutte a livello centrale. Il Centralismo, a mio avviso, si dovrebbe esprimere solo a livello di grandi linee, lasciando al territorio e ai propri responsabili l’onere di adottarle. Mi sembrerebbe una linea di buon senso. Ma, evidentemente, non tutti la pensano allo stesso modo.

I FINANZIAMENTI

Al netto delle disponibilità finanziarie messe a disposizione dalla Protezione Civile, su mandato governativo, che rivestono certamente una preziosa funzione di ristoro nell’emergenza, non posso non notare che si stenta ad imboccare quella che ritengo la via maestra. 

Un esempio

Il comune di Falconara Marittima, ma ritengo che anche altre realtà siano simili, sopporta annualmente rate di mutui (contratti da passate Amministrazioni, ma è cosa nota) per complessivi 2/2,5 milioni di euro e ne avrà ancora per diversi anni. 

Perché non si decide, ora, nel mezzo della grave emergenza in corso, di attuare una moratoria di un anno delle rate, totale o parziale, così da liberare con immediatezza risorse finanziarie, in quantitativo adeguato, utilizzabili in maniera virtuosa per tutte le necessità cittadine? Perché limitare tale possibilità ai debiti contratti con la Cassa Depositi e Prestiti e non invece a tutto l’universo del mondo bancario?

Allo Stato spetta il compito di fornire al sistema bancario le opportune garanzie. Non mancano certo metodi e strumenti adeguati di copertura finanziaria. 
Qualcuno sostiene che l’ostacolo sia l’Europa! Non so dare una risposta esaustiva a questa notazione. Ma chi lo è? So, però, che un Paese di 60 milioni di abitanti, famoso al mondo, al centro della storia passata e contemporanea, deve farsi valere al cospetto di tutti. E’ un imperativo! Senza se e senza ma! Il sistema bancario deve tornare ad essere, o esserlo in questo frangente se mai lo avesse dimenticato, il meccanismo virtuoso nelle fasi critiche e amplificatore dello sviluppo.

Si potrebbero così fornire, anche con le proposte che mi sono permesso di accennare, sufficienti risorse di carattere assistenziale e sociosanitario a famiglie e individui, ma approntare anche un pacchetto articolato costituito di sovvenzioni, aiuti ed incentivi veri a lavoratori e imprese, sempre più spesso boccheggianti, soprattutto piccole e medie, in accordo con le Associazioni sindacali e di categoria.
Norme semplici, immediate e trasparenti.

E’ davvero così difficile?

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