Care opposizioni, state attente al dibattito: sulle antenne noi ci siamo e non ci diamo per vinti 

antenne telefoni 1Quanti telefonini avete in casa? Li utilizzate? Immagino già la risposta. L’utilizzo h24 di telefoni cellulari e smartphone, tra traffico telefonico e traffico dati, è una prerogativa della nostra società perennemente connessa alla rete. Negli anni i tempi di utilizzo sono cresciuti in maniera esponenziale e con essi, grazie alla concorrenza, le varie compagnie telefoniche si rincorrono nell’eterna gara di accaparramento di quote di mercato. Il più economico e più performante vince la partita. Questo ha portato, come effetto collaterale, che sempre più spesso le amministrazioni pubbliche e i cittadini si siano trovati di fronte alla difficoltà di coniugare il servizio (la possibilità di telefonare e navigare) con le infrastrutture a esso dedicate: le ANTENNE. Fatta questa doverosa premessa, sono costretto a tornare sull’argomento per chiarire alcuni aspetti che l’opposizione in consiglio comunale cerca sovente di mistificare. Il governo di centrodestra di Falconara da tempo, fra i primi in ambito regionale, ha dotato la città di un Regolamento per gestire, per quanto possibile, e arginare la potenziale proliferazione delle antenne dedicate alla telefonia mobile. Giova ricordare che la Legge offre ai Gestori della telefonia una possibilità molto ampia di impiantare le proprie strutture, ritenute un servizio primario ed essenziale per la collettività, in tempi di digitalizzazione estesa. Il Regolamento è uno strumento amministrativo che ha l’ambizione di fungere da filtro affinché le Società, prima di prendere delle decisioni operative, abbiano l’obbligo di confrontarsi con l’Amministrazione Comunale, quale organo primario che presiede una corretto sviluppo e gestione del territorio.

Va rilevato che lo studio che è stato posto alla base del Regolamento, tra l’altro esposto al dibattito di tutti gli aventi causa, comprese le associazioni e i cittadini in pubbliche assemblee, così come recita la legge, identifica le aree di ricerca del territorio, con i siti che sono stati ritenuti tecnicamente idonei a coprire l’intero perimetro comunale, sia sulla base primaria delle esigenze manifestate dai gestori, sia sulle risultanze dell’ampia consultazione democratica, privilegiando le aree pubbliche. È sicuramente, allo stato delle esperienze, un confronto impari, poiché ai Comuni è stata tolta la capacità di incidere in maniera obbligatoria o, quanto meno, perentoria nelle scelte finali. In questo clima abbiamo, tuttavia, cercato di instaurare un rapporto di colloquio, più precisamente di confronto con le Società, nonché di convincimento delle stesse, nel caso non collimassero circa gli indirizzi previsti dal Regolamento.

Cari consiglieri di opposizione: state più attenti al dibattito. In questi anni abbiamo più volte discusso e informato sul punto e abbiamo espresso il nostro diniego ad una serie di richieste dei gestori, in particolare quelli apparsi sul mercato recentemente e, come tali, più commercialmente aggressivi. Abbiamo coerentemente proseguito sulla strada delle eccezioni e del confronto, in quanto l’unico nostro obiettivo e ambizione è quello di tutelare , il più possibile, la salute pubblica e la tutela paesaggistica anche se in questo senso, a dire il vero, non ci aiutano granché le ultime disposizioni governative che, di fatto, tendono a superare il metodo delle aree di ricerca, in favore dei punti specifici, che restringono il capo di azione dei divieti, indicandoli addirittura con meticolosa precisione (case di cura, scuole, centri sociali, etc.), lasciando al libero arbitrio il resto del territorio. Ma non ci siamo e non ci diamo per vinti.

Per quanto riguarda le ultime richieste pervenute, l’Amministrazione con propria delibera e lettera inoltrata ad un gestore (è tutto agli atti) ha da tempo negato la possibilità di erigere una antenna nel bel mezzo dell’area “ex tiro a volo” sull’arenile di Villanova. Ora noi siamo felici che una forza politica si dichiari d’accordo, ma di certo non se ne può intestare né il merito, né la paternità. È scorretto, oltre che non veritiero. La Commissione Consiliare è stata convocata in due riprese, su input del sottoscritto e della collega Valentina Barchiesi, proprio per far presente queste problematiche ed avere dai Consiglieri, se non una condivisione, almeno dei suggerimenti. Tanto è vero ciò, che è stata accettata di buon grado la proposta di una verifica tecnica della possibilità di far realizzare una antenna in un’area molto ristretta posta tra via Toselli e Via Monti e Tognetti, in prossimità del confine con la Raffineria. Non possiamo, però, dimenticare che i gestori hanno la possibilità, una volta che sia stato negato l’ok per un sito pubblico di ricercare liberamente un’area privata, con possibilità di successo. Glielo consente la legge. È per tali motivi che non vogliamo avviare, in termini più generali, uno scontro , che ci darebbe tanta soddisfazione sul piano morale, ma alcun accordo concreto, dignitoso e plausibile.

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