Acquaroli alla sfida marchigiana sulle infrastrutture, obiettivo: avvicinare le Marche al resto d’Europa

acquaroli2Il nuovo governo regionale di centrodestra ha riportato centralità alla Piattaforma Logistica Marche. Il triangolo ideale tra Ancona, Falconara e Jesi, costituito da porto, aeroporto e interporto a forte propulsione sullo scambio di merci da far arrivare, far partire per poi essere distribuite sui mercati esterni e interni, è un vecchio pallino dell’amministrazione comunale falconarese che a più riprese, negli anni passati, ha cercato di sensibilizzare le amministrazioni comunali coinvolte e la politica regionale (anche in chiave di salvataggio di Aerdorica, società di gestione del Sanzio in crisi perenne) sulla necessità di intraprendere questo corso. Il Sanzio è un aeroporto a vocazione CARGO. Lo dice il territorio, con le Marche centrali rispetto all’Italia e all’Europa, tra Oriente e Occidente. Ma lo dicono anche le infrastrutture con porto e interporto nel giro di 30 chilometri.

L’auspicabile nuova vitalità su questo fronte si configura nella scelta del Presidente Francesco Acquaroli di caricarsi la responsabilità la delicata partita, trattenendo per sé la delega di governo. Atto che denota come il Governatore abbia ben in mente l’importanza strategica che la Piattaforma Logistica – sempre pensata, mai attuata – riveste per lo sviluppo del territorio. Ovviamente per arrivare alla piena operatività si dovrà anzitutto immaginare una stretta collaborazione tra i tre soggetti, coinvolgendo anche le categorie produttive che lavorano con scambi e spedizioni: mittenti, destinatari, intermediari e servizi annessi. Collegare il porto alla rete viaria nazionale (la mitica Uscita Nord), stringere i rapporti tra questi tre poli, ripristinarne la rete ferroviaria sono tutti punti che dovranno essere messi nell’agenda regionale.

Si dirà: E I SOLDI? I soldi, se c’è la volontà, si trovano. Per lo scellerato Muro sul Mare, Rfi contava di spendere tra i 4 e i 7 miliardi a livello nazionale. Una follia che stava per trasformarsi in realtà con un decisionismo difficilmente riscontrabile, quasi sospetto, in altri meandri burocratici della nostra povera Italia. A fronte di ciò non capisco perché, sempre a livello nazionale, la costa adriatica non abbia diritto all’Alta velocità. Siamo figli di un dio minore rispetto ai Tirrenici? L’arretramento ferroviario rappresenta il naturale e unico vero progetto di risorgimento della nostra costa e, a questo proposito, la Macroregione Adriatico Ionica che Acquaroli sta rilanciando con Abruzzo e Molise può agevolare il rilancio produttivo e territoriale.

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