A14, arretramento ferroviario e infrastrutture: occorre serietà, non giochi di partito

autostradaIl cappello magico del Partito Democratico non smette mai di tirare fuori, di tanto in tanto, incredibili conigli con gli occhi a forma di moneta sonante. In un mondo dove si ha poca memoria questi giochi di prestigio fanno anche un certo effetto e qualche plauso (da menti semplici) lo si rimedia pure. Non dal sottoscritto che dove non arriva con la memoria, supplisce con gli appunti e la conservazione di documenti e articoli. Così mi ha strappato un bel sorriso la notizia dell’incontro tra i consiglieri regionali Maurizio Mangialardi, già sindaco di Senigallia e poi candidato governatore regionale sconfitto dal centrodestra, Anna Casini e il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Rido anche se c’è poco da scherzare.

E ben poco da applaudire. Fanno sapere i nostri che la “Ministra” ha già pronta la terza corsia dell’A14 da Porto Sant’Elpidio verso sud, che l’uscita nord dal porto di Ancona è cosa fatta come anche l’arretramento ferroviario per Pesaro. E che quello tra Pesaro e Ancona? È in pieno studio di fattibilità. Pensate: arriverà a marzo. Habemus Papam? Ma per piacere! La mia calcolatrice è accesa dal giorno in cui il ministro Gualtieri – erano i tempi della campagna elettorale – tirò fuori la cifra di 8 miliardi di Recovery Fund per le Marche. Quanto ci si è bullato Mangialardi nei giorni a seguire? OTTO MILIARDI di qua, OTTO MILIARDI di là. Venerdì scorso l’ottimo Andrea Taffi sulle colonne del Corriere Adriatico ha riassunto bene la questione. Gli 8 miliardi NON ESISTONO. I 210 miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia (e anche qui grosso punto interrogativo in attesa di sapere gli esiti del voto degli Stati membri sul bilancio europeo) non sono mai stati ripartiti.

Vado avanti? Guardiamoci negli occhi e parliamo seriamente: si può credere a un investimento da 1,3 miliardi di euro, come quello annunciato dalla De Micheli per la terza corsia, quando ancora si è in piena bagarre sulla concessione della rete autostradale con mezzo governo che sotto sotto tifa per i Benetton e l’altra metà che dà loro la caccia dopo il crollo preterintenzionale del Ponte Morandi? Ma soprattutto: è credibile la stessa De Micheli? Il suo operato nelle Marche quale Commissario straordinario al terremoto, fatto di annunci continui e di nulla costante, mi genera dubbi legittimi. Intanto ha fatto bene il reggente regionale di Forza Italia, Francesco Battistoni a richiamare la De Micheli alle sue responsabilità istituzionali di coordinarsi con il governo regionale in carica anziché con un tronco di opposizione. I nodi delle infrastrutture regionali – compreso l’arretramento che ci sta tanto a cuore come falconaresi – sono problemi reali da risolvere e non terreno di dibattito interno al Partito Democratico, i cui esponenti sembrano più interessati a un riposizionamento in vista del congresso all’ultimo sangue dopo la cocente sconfitta di settembre.

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