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Secondo quanto riportato dalla stampa la cifra chiesta da Aerdorica per ospitare l’eliambulanza sarebbe troppo alta. Si poteva trattare? Secondo l’ad Bassetti, sì ma nessuno si è fatto vivo. È davvero sconcertante quello che sta avvenendo. Abbiamo un aeroporto che per anni è stato un pozzo senza fondo. Ci sono 77 persone, in pratica tutte le ultime 5 giunte di centrosinistra che hanno governato la Regione Marche, dal 1995 al 2020, un quarto di secolo, indagate dalla Procura che vuole finalmente fare luce sullo scempio di bilanci costantemente in rosso nonostante le iniezioni continue di denaro pubblico.
Un aeroporto sul quale, solo ultimamente, si sono spesi 25 milioni di euro per salvare la società e si tiene il braccino corto per l’eliambulanza di servizio a un ospedale a servizio di tutto il territorio regionale? A voi i commenti.
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Vogliamo essere fiduciosi. Per anni abbiamo sentito parlare di Aeroporto delle Marche come punto di arrivo fantomatico di milioni turisti stranieri che vogliono visitare la nostra regione. I quali non esistono. All’estero non si conoscono le Marche, non se ne percepisce l’esistenza. Lo sanno tutti fuorché tra gli uffici burocratici della Regione Marche. E il contestato bando da 13,5 milioni di euro, pieno di cavilli, di ostacoli per le compagnie aeree, è lì a dimostrarlo. Molto e meglio si dovrà investire per far entrare la nostra regione tra le mete del turismo mondiale.
Diverso è il discorso se guardiamo al settore cargo, vera vocazione naturale del nostro scalo. Ovviamente occorre non pensare al Sanzio come a un corpo a sé stante ma come a una struttura strategica all’interno di un triangolo della logistica. Ciò che a Falconara ripetiamo da anni è stato ben sintetizzato nel suo intervento dal senatore Mauro Coltorti: aeroporto, porto e interporto nel giro di 30 chilometri, i cardini di quella Piattaforma Logistica Marche collegata con strade e ferrovie che purtroppo non è mai andata oltre gli enunciati e gli incontri politici di circostanza.
Coltorti, presidente della commissione Lavori Pubblici al Senato, che in passato abbiamo anche criticato ma con il quale ci siamo confrontati costruttivamente su questi temi, ha ruolo e capacità per contribuire a incidere in questa partita che ha tutti i requisiti per finire nell’indice di quell’Agenda Marche di cui si parla quando si discute di grandi opere pubbliche nazionali. Abbiamo bisogno, come sistema Marche, di trovare una soluzione per l’uscita dal Porto di Ancona, dell’arretramento della ferrovia Adriatica e del raddoppio della Falconara-Orte-Roma, del raddoppio della SS16 e del completamento della superstrada per Perugia. In questo periodo post Covid stiamo assistendo a un rinnovato dinamismo che per ora resta sulla carta. Servono uomini nuovi per far camminare idee nuove. A chi lavorerà per tradurle in atti concreti non mancherà la nostra collaborazione.
Coltorti, presidente della commissione Lavori Pubblici al Senato, che in passato abbiamo anche criticato ma con il quale ci siamo confrontati costruttivamente su questi temi, ha ruolo e capacità per contribuire a incidere in questa partita che ha tutti i requisiti per finire nell’indice di quell’Agenda Marche di cui si parla quando si discute di grandi opere pubbliche nazionali. Abbiamo bisogno, come sistema Marche, di trovare una soluzione per l’uscita dal Porto di Ancona, dell’arretramento della ferrovia Adriatica e del raddoppio della Falconara-Orte-Roma, del raddoppio della SS16 e del completamento della superstrada per Perugia. In questo periodo post Covid stiamo assistendo a un rinnovato dinamismo che per ora resta sulla carta. Servono uomini nuovi per far camminare idee nuove. A chi lavorerà per tradurle in atti concreti non mancherà la nostra collaborazione.
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Finalmente Mangialardi sposa l'arretramento ferroviario: effetto Franceschini o è solo Palazzo Raffaello?
Sarà l’ordine di scuderia partito da Franceschini, sarà che con le elezioni regionali alle porte è bene promettere anche se non ci si crede (non si sa mai) ma è un piacere registrare la conversione di Maurizio Mangialardi, sindaco di Senigallia, numero 1 dell’Anci Marche e candidato di Pd e centrosinistra alla carica di governatore regionale, rispetto all’arretramento ferroviario. Scettico al massimo come la collega anconetana Mancinelli, Mangialarsi si era presentato al Castello in occasione del consiglio comunale aperto convocato da Falconara contro il Muro sul mare delle Ferrovie con due certezze:

A) con Rfi bisognava dialogare e “concertare” come lui aveva fatto tempo prima a Senigallia, non come noi falconaresi che eravamo in trincea. (“Questo approccio adottato dal Comune di Senigallia deve essere di esempio anche agli altri che si schierano per un no che non porterà da nessuna parte, se non alla realizzazione di un progetto calato dall’alto, senza possibilità di incidere”);
B) l’arretramento ferroviario era da annoverare come una fantasiosa ipotesi populista.
La prima convinzione si è schiantata quando, alla faccia della concertazione, si è accorto che Rfi aveva avviato a sua insaputa procedure di esproprio in quel di Marzocca. L’altra, ora, sull’asse Franceschini-Ricci. La via per Palazzo Raffaello è un po’ come quella per Damasco. Ancona, al solito, abituata a ragionare tra via Redi e Portonovo, non pervenuta. Ma come nel caso di Mangialardi, c’è sempre speranza.
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Il lungomare a Falconara, adesso o mai più: anche il ministro è d'accordo

Proviamo a pensare a un’alta velocità spostata all’interno, a fianco dell’autostrada, che attraversi tutti gli aeroporti da Bari a Bologna e la vecchia linea che diventa la più lunga e incredibile ciclabile d’Europa sul mare, cucendo tra loro decine di località balneari”. Non lo dice il sindaco di Falconara, Stefania Signorini, e non lo dice nemmeno Clemente Rossi. Le parole sono del ministro Dario Franceschini che, oltre a essere ministro, è uno dei big del Partito Democratico alla guida – finora – della Regione Marche e, per quel che ci riguarda, dei nostri vicini di casa costieri.
Un’uscita che non è sfuggita al sindaco di Pesaro Matteo Ricci (altro dem del giro dei dem che contano) che ha subito rilanciato immaginando la “ciclabile più lunga d’Europa” e si è detto “pronto, come sindaco, a riprendere e rilanciare la battaglia”. Noi da Falconara saremo al loro fianco perché è un’istanza che portiamo avanti da tempo e che non abbiamo mai abbandonato nonostante lo scetticismo generale. In questo clima di rinnovato coraggio chiediamo dunque al ministro Franceschini di darsi da fare e, lavorando con la collega De Micheli, di proporre al Governo questo progetto rivoluzionario.
È un ministro di questo Governo non uno che parla dal bar. Ha a sua disposizione tutti gli strumenti politici per avviare una rivoluzione più che attesa. Blocchi gli attuali lavori del bypass annullando la delibera del Cipe e faccia convogliare quei fondi in questo grande piano strategico che riguarda tutto l’Adriatico. Il collegamento diretto della linea ferroviaria Adriatica con la Romana si farà comunque ma, come abbiamo sempre chiesto, all’interno dell’arretramento complessivo della ferrovia.
Per noi significherà, oltre che consentire al meglio il passaggio della Ciclovia Adriatica, di aprire la città al suo mare. A Falconara non siamo per i sorrisi di circostanza. Siamo per le battaglie giuste. E stavolta stiamo con Franceschini e Ricci.
Un’uscita che non è sfuggita al sindaco di Pesaro Matteo Ricci (altro dem del giro dei dem che contano) che ha subito rilanciato immaginando la “ciclabile più lunga d’Europa” e si è detto “pronto, come sindaco, a riprendere e rilanciare la battaglia”. Noi da Falconara saremo al loro fianco perché è un’istanza che portiamo avanti da tempo e che non abbiamo mai abbandonato nonostante lo scetticismo generale. In questo clima di rinnovato coraggio chiediamo dunque al ministro Franceschini di darsi da fare e, lavorando con la collega De Micheli, di proporre al Governo questo progetto rivoluzionario.
È un ministro di questo Governo non uno che parla dal bar. Ha a sua disposizione tutti gli strumenti politici per avviare una rivoluzione più che attesa. Blocchi gli attuali lavori del bypass annullando la delibera del Cipe e faccia convogliare quei fondi in questo grande piano strategico che riguarda tutto l’Adriatico. Il collegamento diretto della linea ferroviaria Adriatica con la Romana si farà comunque ma, come abbiamo sempre chiesto, all’interno dell’arretramento complessivo della ferrovia.
Per noi significherà, oltre che consentire al meglio il passaggio della Ciclovia Adriatica, di aprire la città al suo mare. A Falconara non siamo per i sorrisi di circostanza. Siamo per le battaglie giuste. E stavolta stiamo con Franceschini e Ricci.