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Falconara Marittima e Chiaravalle: il dibattito sull’agri-fotovoltaico e le implicazioni per il territorio
La realizzazione di un impianto di agri-fotovoltaico su 53 ettari di terreno nei pressi di Chiaravalle sta scatenando un acceso dibattito tra amministratori locali, cittadini e imprese coinvolte. Il progetto, situato in aperta campagna e al confine con il centro abitato, si trova in una fase avanzata dell’iter autorizzativo, sollevando perplessità e preoccupazioni sulla sua reale compatibilità con le esigenze del territorio. Come consigliere comunale della vicina Falconara Marittima ho espresso forti riserve in merito, sottolineando la rapidità e la precisione con cui le imprese hanno proceduto nell’intero 2024. Attraverso un utilizzo abile delle normative vigenti, le aziende coinvolte hanno portato avanti il progetto senza un apparente coinvolgimento attivo della popolazione e degli enti locali. Seppur formalmente in regola con le procedure di legge, la ratio stessa della direttiva europea sulle energie rinnovabili sembra essere stata stravolta, privilegiando un interesse economico immediato rispetto al bene collettivo.
L’assenza di un reale confronto con gli enti locali e con la cittadinanza appare una delle principali criticità. Il rischio percepito è che l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli venga vista come una scorciatoia conveniente per le aziende, senza considerare l’impatto paesaggistico, ambientale e sociale. La direttiva europea in materia, infatti, suggerisce prioritariamente l’installazione su edifici già esistenti, capannoni industriali e aree già destinate ad attività produttive, limitando l’uso di suolo agricolo.
L’espansione incontrollata dei progetti FER (Fonti di Energia Rinnovabile) sta generando una proliferazione di impianti che rischiano di modificare radicalmente il volto delle campagne marchigiane, con la complicità di incentivi finanziari pubblici che favoriscono il business privato a scapito del paesaggio e dell’ambiente. Ad oggi, solo nella bassa valle dell’Esino si stima che siano già oltre 200 gli ettari coinvolti in simili progetti, molti dei quali sotto la controversa etichetta di “agrifotovoltaico”.
A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge il nuovo polo logistico di Amazon, che sta suscitando reazioni contrastanti. Se da un lato l’hub viene accolto come un’opportunità di sviluppo economico e occupazionale, dall’altro non si possono ignorare le conseguenze ambientali e urbanistiche di un simile insediamento. L’aumento del traffico pesante, il possibile incremento dei costi degli affitti e le incognite sul reale impatto occupazionale sollevano interrogativi su quale direzione stia prendendo il territorio.
Di fronte a queste trasformazioni, il richiamo che emerge è quello della necessità di una pianificazione più attenta e partecipata, che garantisca un equilibrio tra sviluppo economico e tutela del territorio. Occorre un maggiore coinvolgimento della cittadinanza e delle istituzioni locali per evitare che scelte irreversibili vengano imposte senza un’adeguata valutazione delle conseguenze a lungo termine.
Il futuro del territorio marchigiano dipenderà dalla capacità di amministratori e cittadini di fare fronte comune per orientare lo sviluppo in una direzione sostenibile, in cui innovazione e rispetto per l’ambiente possano davvero coesistere.
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Per fare la Grande Ancona la Dorica si deve aprire al territorio
Sul traffico da e verso Ancona, sulla mobilità delle persone è necessario uno sforzo corale da parte del capoluogo e del suo hinterland. La Dorica si deve aprire, i Comuni limitrofi devono mettere da parte decenni di giustificate diffidenze e aprirsi alla fiducia nei confronti della nuova Amministrazione Comunale di Ancona e agli uomini che la guidano ai quali va dato atto del fatto di avere, con coraggio e determinazione, affrontato la problematica. Tra le tante una delle più importanti e con le criticità più complesse da risolvere.La conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi a Palazzo del Popolo ne rappresenta avvio e crocevia tra vecchia e nuova visione con cui si vorrebbero traguardare anche le relazioni sociali, gli sviluppi insediativi e gli stessi rapporti economici che si intrattengono nell’ambito della città dorica.
Mi consentano, però, gli amici del Capoluogo alcune riflessioni e puntualizzazioni, se non altro a titolo di contributo, da parte di uno che ha vissuto e vive la quotidianità di Ancona e del suo hinterland.
Trovo estremamente interessanti alcune nuove proposte, riferite in particolare ai flussi auspicabili di traffico e ad altre linee di indirizzo, sia pur sperimentali, da promuovere nell’ambito della mobilità, nel tentativo, virtuoso, di dare uno scossone ad una città che, sul tema specifico, è da tempo assopita. Ma, faccio rilevare, che tutti i ragionamenti e le proposte rischiano di muoversi, segnando il passo, in una logica prevalentemente e fatalmente municipalistica.
Perché non sentiamo ancora parlare di biglietto integrato? Di un urbano dei bus che copra territori contigui? Di un treno-bus che permetta una realtà mobilità capillare sui territori?
È, questa, una antica abitudine, in piccola parte anche comprensibile, tutta italica. Ma la domanda, inevitabile, che faccio diretta, ma che sorge da più di un interlocutore, si estrinseca in una sola battuta: Ancona si vuole davvero riappropriare del suo ruolo di Capoluogo?
Ruolo di cui si sente, imprescindibile, la necessità, che le viene richiesto da più parti e che le spetta per storia, per conformazione geografica e per attività di livello, con la finalità di essere protagonista nel presente e nel futuro.
Il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile può fornire, allo scopo, un notevole contributo.
Io, per la verità, lo trasformerei, nei fatti, in Piano Comprensoriale di Mobilità Sostenibile.
Non è l’unico strumento, nella vasta gamma a disposizione, ma sicuramente uno dei più importanti ed incisivi da poter adottare, ma tra i meno praticati.
La Storia degli ultimi decenni ha completamente trasformato il modo di essere della città dorica, dai nuovi quartieri residenziali, ormai estesi alle aree una volta considerate periferie, alle zone commerciali dilatatesi a dismisura, quasi in continuità con altri centri urbani dell’hinterland, fino alla zona portuale che beneficia, ma anche soffre pesantemente, di una pluralità non ben distinta di traffici.
Tutto ciò impone un approccio ancora più ampio, possibilmente multilivello, al Progetto di Mobilità sostenibile.
La Conferenza Stampa congiunta Ancona-Falconara del 18 ottobre per la prima volta ha dato l’avvio ad un possibile sistema di progettazione contemporanea di area vasta per colmare il gap infrastrutturale del territorio.
Certamente si può partire, nell’elaborare un Progetto di Mobilità sostenibile, dalle esigenze, in prima istanza dei residenti, ma, allo stesso tempo, non si può non tener presente che una platea ben più vasta di soggetti si reca verso Ancona, vista come un faro di interessi, una calamita di iniziative, di opportunità e di vita.
Come non considerare seriamente e interpretare in maniera positiva l’afflusso giornaliero, 365 giorni all’anno, di migliaia di persone, che va ben al di là del vecchio e crudo concetto di pendolarismo, tipico degli anni ’60 o ’70! Esse cercano nella città (capoluogo) turismo diffuso, occasioni produttive, beni commerciali di qualità, possibilità di consulenze per pratiche amministrative o burocratiche necessarie, altrimenti ineludibili.
In altri termini vivono la città come propria, con tutto quello che ne consegue, in termini di congestione veicolare urbana ed extraurbana, percorsi ripetitivi, affollamento dei mezzi pubblici, code negli uffici di varia natura.
Ecco perché la risposta, per ciò che concerne la mobilità, va data in termini complessivi, ponendo tutti con le stesse aspettative e allo stesso livello, di qualità e di importanza.
Si tratta, è bene puntualizzarlo, di “gente” che quotidianamente consuma, rende vivo il tessuto urbano, apporta un valore economico, vive e usa i servizi della città, dalla quale debbono venire le risposte, precise, adeguate e puntuali.
In sintesi Ancona, oltre a corrispondere in maniera soddisfacente alle esigenze dei propri residenti, deve offrire servizi e occasioni, anche sociali, a tutti coloro che la frequentano a vario titolo. In una parola esercitare il vero ruolo di capoluogo. Al servizio dell’intera comunità marchigiana.
Qualche suggerimento esemplificativo, fra i tanti.
Vanno ristrutturati e riaccese le luci in progetti, che sono caduti, così appare, troppo presto nel dimenticatoio.
Mi riferisco, tra gli altri, ai progetti di Metropolitana di superfice in una dimensione extraurbana, vale adire la connessione Aeroporto-Porto-Città, ma anche allungando gli orizzonti agli altri centri della Provincia; rivista la logica, un po’ claustrofobica, con cui si è limitato l’uso dell’area portuale; delocalizzare alcune funzioni statali, sicuramente necessarie e nobili, ma le cui superfici, eccessivamente estese e malamente dislocate, di fatto ingessano una serie di attività produttive alternative possibili, magari dando a quelle funzioni statali collocazione più efficiente e razionale.
Ridare finalmente fiato e dignità al Porto Storico è ormai un imperativo. Non si può sfuggire da una richiesta incessante che nasce dal profondo del cuore cittadino. È per questo che la costruzione di una penisola verso mare è diventata una necessità inderogabile ed urgente, conciliando i vari fattori, storici, commerciali e turistici che possono davvero fare del Porto Dorico un unicum nel campo nazionale.
In questo quadro può trovare concretezza anche una idea di tracciato ciclabile che inanelli e congiunga l’intero golfo dorico, collegando tale tracciato con quello, già progettato, della costiera adriatica e della sua diramazione lungo la Vallesina. Tale tracciato può essere inteso come l’avvio di uno Waterfront che non si fermi alla frazione delle Torrette, ma respiri per tutta la dorsale adriatica.
Sono solo idee, se volete anche innovative, ma che contribuiscono a farci sentire tutti membri di una comunità che trovi nella rinnovata Regione Macro Adriatica la massima espressione. Questa è la vera dimensione ed espressione di Ancona e del suo hinterland. All’interno di questo ragionamento possono e debbono trovare legittima cittadinanza tutti i soggetti attivi che ritengono di poter dare un contributo ad una Regione che ambisce a buon diritto ad esercitare un ruolo nazionale ed internazionale, di cui c’è veramente bisogno.
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Forza Italia rilancia il suo impegno per Falconara Marittima: tra sostegno all’amministrazione e prospettive per il 2028
Politiche in favore di giovani e anziani, attenzione a sicurezza e vivibilità urbana, ai servizi. Per una Falconara capace di avere un ruolo centrale nel territorio dando opportunità di sviluppo economico tra ambiente, turismo green e costiero e un nuovo modo di concepire l’industria, più responsabile nei confronti della comunità. Il tutto nell’ottica di un progetto politico di ampio respiro che rafforzi l’attuale amministrazione comunali e la proietti verso le Elezioni 2028, quando si dovrà rinnovare il consiglio comunale e la carica di Sindaco.Sono i contenuti essenziali della mozione programmatica approvata dal direttivo di Forza Italia nei giorni scorsi e attraverso la quale gli azzurri rinnovano la loro presenza politica a Falconara Marittima. Con il nuovo direttivo guidato dal coordinatore comunale Fabrizio Balzani ci siamo posti l’obiettivo di rafforzare l’iniziativa sul territorio e di consolidare il nostro ruolo all’interno dell’attuale amministrazione comunale di centrodestra. Un impegno che guarda al presente ma si proietta anche verso le elezioni del 2028, con una strategia basata sulla partecipazione attiva dei cittadini e sull’ascolto delle esigenze della comunità.
Il partito intende ampliare la propria base di partecipazione, con una forte attenzione alle nuove generazioni, fondamentali per il futuro della città. Coinvolgere i giovani in modo attivo, creando spazi di confronto e promuovendo iniziative che li rendano protagonisti della vita politica locale è importante quando la necessità di tutelare e supportare la popolazione anziana, sempre più numerosa, attraverso servizi socio-sanitari qualificati e opportunità di socializzazione.
Uno dei punti cardine del rilancio del partito è il miglioramento della qualità della vita cittadina. Forza Italia si propone come forza trainante per la valorizzazione degli spazi pubblici, la manutenzione del decoro urbano e il rilancio del centro cittadino, che deve tornare a essere un luogo di incontro e di aggregazione. Grande attenzione sarà riservata alla sicurezza, tema sempre centrale per il partito, con un impegno concreto nella lotta alla microcriminalità e nella promozione di iniziative per un controllo più efficace del territorio.
La posizione geografica strategica di Falconara, nodo infrastrutturale di primaria importanza, merita una programmazione attenta per attrarre investimenti e rilanciare il tessuto economico locale. Forza Italia si pone l’obiettivo di favorire sgravi fiscali e incentivi per le attività commerciali, stimolando la crescita economica e l’arrivo di nuovi imprenditori. In questa direzione si muove anche l’impegno per una collaborazione più stretta con il capoluogo e con i comuni limitrofi della Bassa Valle dell’Esino, per una gestione integrata dei servizi e una maggiore sinergia nelle politiche di sviluppo.
Tra le priorità del partito vi è la tutela dell’ambiente e la riqualificazione del territorio, con particolare attenzione alla bonifica delle aree compromesse. Un altro punto cruciale riguarda la valorizzazione del litorale falconarese, una risorsa preziosa che va promossa con eventi culturali, sportivi ed enogastronomici, in collaborazione con gli operatori turistici. La spiaggia di Falconara può diventare un elemento distintivo della città, capace di attrarre visitatori e di generare nuove opportunità economiche.
Forza Italia, nel sostenere l’attuale amministrazione di centrodestra, guarda anche al futuro con l’ambizione di costruire un progetto politico solido per il 2028. L’obiettivo è consolidare un modello amministrativo basato sull’efficienza e sulla partecipazione, rafforzando i legami con le istituzioni provinciali, regionali e nazionali per portare a Falconara investimenti e risorse.
Il messaggio del Congresso Comunale è chiaro: Forza Italia vuole essere il punto di riferimento per tutti quei cittadini e movimenti civici che credono in una città più vivibile, sicura e dinamica. Il partito si pone come motore di un’azione politica che sappia coniugare il rispetto delle tradizioni con l’innovazione, ponendo le basi per una Falconara proiettata verso il futuro.
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Un voto marchigiano in vista delle Europee

Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di moderare un importante incontro nel corso del quale, in vista delle Elezioni Europee, si è ragionato sulla valenza della consultazione rispetto al contesto internazionale. Dopo anni vissuti in un contesto di destabilizzazione del Mediterraneo, viviamo oggi un periodo segnato da conflitti alle porte di casa tra Medio Oriente e Ucraina.
Cosa può fare l’Europa? Stefania Craxi, Presidente della Commissione esteri e Difesa del Senato, nel suo intervento ha messo l'accento sul fatto che in un contesto globale cosi instabile e dagli esiti incerti c'è bisogno di un'Europa forte, coesa e capace di intervenire con voce univoca sulle grandi questioni per non condannarsi all'irrilevanza strategica.
“Per Forza Italia – ha detto la senatrice – serve costruire l'Europa che non c'è, correggere le storture della organizzazione comunitaria in senso più democratico e più rappresentativo abbandonando la logica della guida gerarchica. C'è bisogno di un'Europa attenta ai bisogni concreti dei cittadini, capace di creare crescita e sviluppo, valorizzando le peculiarità nazionali che trovano alimento nei singoli territori”.
Al convegno, ospitato all'Hotel Touring di Falconara hanno preso parte anche l'assessore regionale Stefano Aguzzi, della candidata marchigiana alle elezioni europee per FI Graziella Ciriaci e i sindaci del territorio: la prima cittadina di Falconara, Stefania Signorini, il collega dorico Daniele Silvetti e il sindaco di Numana, nonché coordinatore provinciale di Forza Italia, Gianluigi Tombolini. Va detto che non sempre questa Europa è sembrata all’altezza delle aspettative.
Per troppo tempo “ostaggio” di istanze ideologiche e scellerate dettate dal Partito Socialista Europeo l’Unione Europea è stata vista più come un grande ostacolo, piuttosto che come un’opportunità di competere da europei al pari delle grandi potenze come Stati Uniti e Cina. Occorre dunque ripartire da una pattuglia di eurodeputati forte nella competenza, nella presenza e nella rappresentanza, capace di interpretare e tradurre le istanze delle regioni. Forza Italia Marche schiera, ad esempio, al fianco del presidente Antonio Tajani, la marchigiana Graziella Ciriaci. A lei va il mio sostegno con l’obiettivo di far contare di più la nostra regione a Bruxelles.

Cosa può fare l’Europa? Stefania Craxi, Presidente della Commissione esteri e Difesa del Senato, nel suo intervento ha messo l'accento sul fatto che in un contesto globale cosi instabile e dagli esiti incerti c'è bisogno di un'Europa forte, coesa e capace di intervenire con voce univoca sulle grandi questioni per non condannarsi all'irrilevanza strategica.
“Per Forza Italia – ha detto la senatrice – serve costruire l'Europa che non c'è, correggere le storture della organizzazione comunitaria in senso più democratico e più rappresentativo abbandonando la logica della guida gerarchica. C'è bisogno di un'Europa attenta ai bisogni concreti dei cittadini, capace di creare crescita e sviluppo, valorizzando le peculiarità nazionali che trovano alimento nei singoli territori”.
Al convegno, ospitato all'Hotel Touring di Falconara hanno preso parte anche l'assessore regionale Stefano Aguzzi, della candidata marchigiana alle elezioni europee per FI Graziella Ciriaci e i sindaci del territorio: la prima cittadina di Falconara, Stefania Signorini, il collega dorico Daniele Silvetti e il sindaco di Numana, nonché coordinatore provinciale di Forza Italia, Gianluigi Tombolini. Va detto che non sempre questa Europa è sembrata all’altezza delle aspettative.
Per troppo tempo “ostaggio” di istanze ideologiche e scellerate dettate dal Partito Socialista Europeo l’Unione Europea è stata vista più come un grande ostacolo, piuttosto che come un’opportunità di competere da europei al pari delle grandi potenze come Stati Uniti e Cina. Occorre dunque ripartire da una pattuglia di eurodeputati forte nella competenza, nella presenza e nella rappresentanza, capace di interpretare e tradurre le istanze delle regioni. Forza Italia Marche schiera, ad esempio, al fianco del presidente Antonio Tajani, la marchigiana Graziella Ciriaci. A lei va il mio sostegno con l’obiettivo di far contare di più la nostra regione a Bruxelles.

