- Dettagli
- Creato MerAMCETE_Dicembre+0100RDicAMCET_Jst7
Zes, opportunità e futuro: Falconara ancora sonnecchia, serve un salto di qualità
Il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno coincide per il Comune di Falconara Marittima con l’avvio della seconda metà della tornata amministrativa. Per la Giunta Signorini e per la maggioranza di governo cittadino si prospettano mesi intensi di lavoro, non solo per dar compimento ai numerosi progetti avviati (recupero del centralissimo ex garage Fanesi dedicato a nuovi e interessanti funzioni pubbliche e private, bonifica e recupero ex area Antonelli in funzione della godibilità della cittadinanza, valorizzazione della ex Squadra Rialzo con l’obiettivo di Museo dei Trasporti e Teatro cittadino, realizzazione del nuovo Polo scolastico di Falconara Centro, rilancio dell’ ex scuola Lorenzini come Centro Culturale, di aggregazione sociale e del tempo libero, alloggi sociali di via Roma e Villanova, per restare ai più in vista) ma anche rispetto alle importanti novità normative che coinvolgono la nostra regione, soprattutto per quanto riguarda la Zes, la Zona Economica Speciale, all’interno della quale siamo entrati a fine 2025. Il voto finale sulla qualità del Signorini bis, secondo mandato della Prof, si deciderà sulla concretezza nel portare a termine le opere pianificate e, soprattutto, sulla capacità di Falconara di incidere nel territorio della Bassa Valle dell’Esino, ma anche del Golfo dorico e dell’intero scacchiere regionale.
Il passaggio tra il vecchio e il nuovo anno coincide per il Comune di Falconara Marittima con l’avvio della seconda metà della tornata amministrativa. Per la Giunta Signorini e per la maggioranza di governo cittadino si prospettano mesi intensi di lavoro, non solo per dar compimento ai numerosi progetti avviati (recupero del centralissimo ex garage Fanesi dedicato a nuovi e interessanti funzioni pubbliche e private, bonifica e recupero ex area Antonelli in funzione della godibilità della cittadinanza, valorizzazione della ex Squadra Rialzo con l’obiettivo di Museo dei Trasporti e Teatro cittadino, realizzazione del nuovo Polo scolastico di Falconara Centro, rilancio dell’ ex scuola Lorenzini come Centro Culturale, di aggregazione sociale e del tempo libero, alloggi sociali di via Roma e Villanova, per restare ai più in vista) ma anche rispetto alle importanti novità normative che coinvolgono la nostra regione, soprattutto per quanto riguarda la Zes, la Zona Economica Speciale, all’interno della quale siamo entrati a fine 2025. Il voto finale sulla qualità del Signorini bis, secondo mandato della Prof, si deciderà sulla concretezza nel portare a termine le opere pianificate e, soprattutto, sulla capacità di Falconara di incidere nel territorio della Bassa Valle dell’Esino, ma anche del Golfo dorico e dell’intero scacchiere regionale.A mio avviso, il rimpasto di giunta, peraltro concordato a inizio legislatura e arrivato a ridosso delle festività natalizie, è stato necessario per ringiovanire ulteriormente la compagine di governo, ma è avvenuto, in pratica, a freddo senza un necessario quanto serio bilancio propedeutico dell’azione amministrativa. Salvo qualche intervallo dialettico tra il Sindaco e le varie liste, non abbiamo avuto, come maggioranza, un vero incontro congiunto per verificare punti di forza dell’azione di governo e individuare eventuali debolezze per porre – se necessario – i più idonei correttivi.
Il giudizio, ad ogni modo, e lo dico non solo come consigliere comunale di maggioranza, ma anche come esponente provinciale di Forza Italia, è, in sintesi, positivo. Il bilancio, ad esempio, dopo anni di conti ingessati per i debiti contratti dalla sinistra, inizia a decollare. Si mantiene ovviamente la prudenza, ma gli effetti degli investimenti si iniziano a vedere. Occorre tuttavia un maggiore confronto con la maggioranza e, soprattutto, con le persone, a partire dai cittadini in tutte le loro espressioni. Positiva è la scelta di tornare a organizzare incontri periodici con la cittadinanza. Forza Italia ha da sempre sostenuto la prassi delle Giunte in piazza, praticata qualche anno fa, e ora rilanciata con la più moderna formula degli incontri colloquiali dei Lunedì del Sindaco e degli Amministratori. Al di là del nome, in tutti i casi, è un fatto necessario che salutiamo con entusiasmo.
L’ampliamento del dibattito dovrà comunque esprimersi anche con appuntamenti specifici con le Consulte, con le organizzazioni di categoria e con i sindacati, con tutte le libere associazioni culturali, con le società sportive e con tutte le forme associative che perseguono in maniera volontaristica scopi e servizi sociali, specialmente verso i più deboli e bisognosi. In ballo, inoltre, c’è il tema, molto tecnico, della Zes. A quanto pare – il sottoscritto e pochi altri amministratori falconaresi hanno preso parte alla presentazione dello strumento organizzata dalla Regione all’Università Politecnica delle Marche - sarà un importante strumento di semplificazione burocratica che darà la possibilità di “fare”. Proprio lo stesso indirizzo verso cui l’amministrazione comunale falconarese sta lavorando per il Pug, il Piano Urbanistico Generale, strumento di pianificazione urbanistica che renderà più concreto e operativo il Prg ’99, troppo evanescente, in alcuni aspetti incompleto, ma soprattutto ingabbiato dai formalismi e comunque non più adeguato a rispondere alle sfide del futuro.
Il Pug è un documento che si è reso necessario dopo l’entrata in vigore nel 2024 della nuova legge regionale sull’urbanistica. Grazie a 153mila euro di fondi regionali, il Comune ha avviato l’iter di elaborazione di questo Piano, che aggiornerà la visione della città, ne rafforzerà il ruolo nell’area metropolitana medio-adriatica e semplificherà le procedure.
I momenti di confronto con la popolazione, meritoriamente già tenuti nelle fasi iniziali dell’iter, sono tuttavia, a mio avviso, non bastevoli rispetto alla portata degli obiettivi. Sarà necessario, ben prima della sua approvazione finale, avviare canali di dialogo e collaborazione con le realtà economiche di questa città, incontri mirati con le associazioni di categoria, con le parti economiche e sociali della città per meglio calibrare le risposte adatte all’esigenza di rigenerazione urbana, alla possibilità dei privati di investire e alle aziende di sviluppare e/o modificare i propri modelli di business, così da creare ricchezza diffusa, accettandone l’inclusività decantata nel documento programmatico, ma all’insegna dello sviluppo comune, salvaguardando l’ambiente ed esaltando le tante bellezze del territorio, e non del depauperamento collettivo.
Dovremo aumentare i momenti di confronto, insomma. Stesso discorso vale per la Regione Marche a cui dobbiamo chiedere un grande impegno per illustrare in città le nuove modalità di intervento amministrativo e i collegati vari bandi europei che riguarderanno auspicabilmente soprattutto le imprese. Altrettanto ci attendiamo dagli sviluppi della ZES, che oggi ci permette “solo” lo snellimento al massimo della burocrazia attraverso lo Sportello Unico ZES, una sorta di Super Suap capace di garantire iter più rapidi per autorizzazioni e permessi, ma che potrebbe portare già dal 2026 importanti novità. Mi riferisco, in particolare, all’adozione del Credito di imposta. La Regione ha già annunciato di impegnarsi per renderne possibile l’ampliamento a tutta la regione come anche di muoversi con decisione per l’istituzione di Zone Franco Doganali dove le merci possano essere gestite e fatte circolare più facilmente, essere trasformate, lavorate e, non soggette a penalizzanti dazi o Iva, così da competere con le zone più fortunate dello scacchiere europeo. Falconara dovrà essere forte nel proporsi sia per l’area e le pertinenze del Sanzio – aeroporto e zona Ciaf – sia per il fronte marittimo, visto che tutto il litorale sud – da Villanova a Palombina Vecchia - è sotto la giurisdizione dell’Autorità Portuale del Medio Adriatico. Tutte le opportunità presenti e future dovranno essere illustrate in città per essere conosciute, recepite e sfruttate.
La stessa azione politica forte e orientata verso l’esterno dei confini cittadini dovrà essere esercitata in termini di Area Vasta, regionale e provinciale. Resta ferma, faro nella notte, la battaglia per l’arretramento ferroviario e l’Alta Velocità per le Marche, un passaggio strategico per la sicurezza del territorio, la rigenerazione urbana e lo sviluppo della costa che abbiamo chiesto con forza al Governo e che dovremo monitorare con coraggio nei vari passaggi per superare l’attuale tracciato. Ma nel mentre progettiamo il migliore dei domani possibili, dobbiamo comunque ragionare dell’oggi e del Tpl attuale. La crisi di Conerobus che leggiamo sui giornali – frutto delle stagioni del debito targate centrosinistra – impone una profonda riflessione sull’intera rete del trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano.
Il sistema attuale di tariffazione e l’organizzazione delle linee hanno segnato il passo. Oggi occorre rinnovarsi rinnovando la rete, ridisegnando completamente le corse, frutto di ataviche sedimentazioni del passato e non più attuali, tanto da essere oggi fonte di inaccettabili diseconomie, aprendo alla bigliettazione elettronica, superando i confini comunali e ragionando per aree urbane con un biglietto orario che copra almeno Ancona, Falconara, Camerata Picena e Chiaravalle, se non Montemarciano a nord e tutta l’area metropolitana a ovest (Polverigi e Agugliano) e sud (Osimo, Camerano, Castelfidardo, Offagna, Numana e Sirolo), che integri gomma e ferro anche attraverso le varie stazioni della metro di superficie (Marzocca, Marina, Falconara Stadio, Palombina Vecchia, Palombina Nuova, Torrette, Ancona Porto, Camerano Aspio, eccetera), che va rilanciata e implementata in grande stile.
È dal e con il confronto che Falconara, ma non solo essa, potrà continuare il suo percorso per uscire definitivamente dal ruolo secondario in cui ancora sonnecchia e dai guai contabili in cui era stata cacciata, per rilanciarsi definitivamente, forte di un territorio ricettivo e di gente che si aspetta davvero un salto di qualità. Una città di servizi, in coordinamento con le altre, a partire dal Capoluogo, ma alla quale va data la possibilità di svilupparsi davvero. Questa è la Falconara in cui credo e nella quale vi auguro di vivere, sia nel 2026 che negli anni a venire.
- Dettagli
- Creato MarPMCESTE_Ottobre+0200ROttPMCEST_Jth7
Api in vendita e la politica che fa? Occhio alla sicurezza nazionale
La cessione del gruppo API-IP, comprensiva della raffineria di Falconara Marittima, alla compagnia di Stato dell' Azerbaigian, Socar non può essere ridotta - come qualcuno si è affrettato a dare come rassicurazione - a una normale operazione industriale. È una decisione che tocca da vicino la vita economica, sociale e ambientale di un intero territorio, oltre a sollevare interrogativi di interesse nazionale. Il mio non è un allarme infondato ma un invito alle Istituzioni, cittadine, regionali e nazionali a non rimanere spettatrici di un passaggio che rischia di ridisegnare l’identità produttiva e urbana della città. Falconara convive da decenni con la presenza della raffineria. È una realtà che ha garantito occupazione e ricchezza, ma anche un peso enorme sulla pianificazione del territorio, sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Oggi non possiamo permetterci che una vendita di questa portata avvenga senza chiarezza sui progetti futuri. La città ha diritto di sapere quale sarà il destino dell’area industriale, quali garanzie avranno i lavoratori e quale rapporto intende instaurare Socar con il territorio”. La raffineria API rappresenta, per Falconara, circa 400 posti di lavoro diretti e un migliaio nell’indotto, una filiera che coinvolge trasporti, logistica e servizi. Una realtà che vale un terzo dei traffici marittimi del porto di Ancona. Ma a Falconara la questione va oltre l’occupazione: riguarda la trasformazione di un’area strategica per il futuro assetto urbano. Da anni si discute di riconversione nel segno dell'efficientamento energetico, delle nuove tecnologie e di un diverso equilibrio tra industria, porto e spazi civili.Noi, come maggioranza al governo di questo territorio, abbiamo sempre chiesto che ogni passaggio societario venga accompagnato da un confronto vero. Il Comune, la Regione e il Governo devono sedersi a un tavolo insieme all’azienda per capire se parliamo di continuità industriale o di una progressiva dismissione. Perché in entrambi i casi le ricadute per Falconara sarebbero enormi: sulla pianificazione urbanistica, sull’ambiente, sulla salute pubblica e sull’economia locale. La vendita alla compagnia controllata dallo Stato dell’Azerbaigian, introduce inoltre un tema geopolitico non secondario. L’Italia, che già importa una quota crescente di gas azero attraverso il TAP, si lega ulteriormente a un partner estero che non risponde a logiche di mercato ma a strategie di governo. Non si tratta di chiudersi al mondo ma di pretendere trasparenza e tutela. La raffineria di Falconara non è un capannone qualunque: è un’infrastruttura che incide sulla sicurezza energetica del Paese e sul destino urbanistico di un’intera città. Non possiamo scoprire a posteriori che i piani industriali prevedono ridimensionamenti o riconversioni non concordate. Chiediamo che lo Stato eserciti pienamente le sue prerogative di controllo e vigilanza, anche attraverso il golden power, e che il Comune sia parte attiva di questo percorso. Per Falconara, insomma, la cessione di Api non è solo una questione di azionisti o di bilanci, ma una partita che riguarda il futuro del territorio: il lavoro, l’ambiente e la possibilità di immaginare una nuova stagione di sviluppo sostenibile. Quale città ospitante abbiamo il dovere di alzare la mano e il diritto di essere presenti a questi tavoli che, ridisegnando il futuro industriale dell'azienda, avranno comunque un impatto con la città. Occorre equilibrio e non possiamo accettare è che tutto questo venga deciso altrove, senza la voce dei cittadini e delle istituzioni locali.
- Dettagli
- Creato SabAMCESTE_Giugno+0200RGiuAMCEST_Jth7
Raffineria al bivio, è tempo di responsabilità
L'ipotizzata vendita del Gruppo Api, compresa la nostra Raffineria, ha innescato in queste settimane un dibattito che richiama tutti al dovere di dare un segnale politico forte, un’assunzione di responsabilità collettiva per le possibili ricadute che esso, in caso si concretizzi, avrà e un appello, quanto più unitario, alla visione di prospettiva.Ad oggi non sappiamo se questa transizione ad altra proprietà andrà in porto ma bene ha fatto il sindaco Signorini ad avviare canali di comunicazione trasparenti con l’azienda e con le rsu per poi riferire ai cittadini. Altrettanto bene ha fatto la maggioranza a portare il dibattito in Consiglio Comunale. Da parte mia, come consigliere comunale, l’invito che faccio a tutti i colleghi è quello di vigilare, sollecitare e, nei limiti dei nostri poteri e delle nostre competenze, anche proporre senza fare sconti agli attuali o ai nuovi proprietari. Mai abbassare la guardia, oggi, come nel futuro.
Un ruolo che, bonificato da quegli atteggiamenti di interesse elettoralistico per compiacere questa o l’altra consorteria, dovrà essere assunto sia dai consiglieri di maggioranza che da quelli di minoranza, dai cittadini, dalle associazioni e ai movimenti di opinione, dalle realtà economiche e culturali che si muovono su questo territorio.
Tutto ciò può rappresentare una svolta strategica per Falconara, per la Regione Marche e, permettetemi di dire, per l’intero sistema energetico nazionale. Una svolta positiva o negativa? Mi ripeto: vigilare, sollecitare, proporre. Ecco perché dobbiamo affrontare questo tema con la massima serietà, senza cedere né a semplificazioni né a scorciatoie.
Non ci si nasconda dietro al concetto, troppo spesso abusato, che il libero mercato si autoregolamenta. Stiamo parliamo di una delle più importanti raffinerie del Paese, a cui si lega una rete distributiva capillare, la IP, che copre una fetta significativa del mercato italiano dei carburanti. Il loro eventuale passaggio a nuovi soggetti – nazionali o stranieri – non può essere trattato come un fatto esclusivamente privato. L’interesse pubblico è in gioco, in termini di occupazione, fiscalità, concorrenza, sicurezza nazionale e transizione energetica.
Non lo dico solo da consigliere comunale, ma da cittadino che vive in questo territorio, che conosce il peso della sua storia industriale e la fragilità dei suoi equilibri. È evidente che le ricadute occupazionali di una vendita senza garanzie sarebbero devastanti: parliamo di circa 400 di lavoratori diretti, migliaia considerando l’indotto, la logistica, i fornitori.
Qualsiasi passaggio di proprietà dovrà essere condizionato. I punti vincolanti sono il mantenimento dei livelli occupazionali, tutele vincolanti e pluriennali che mettano al riparo dal rischio di ristrutturazioni, tagli e delocalizzazioni, investimenti in sicurezza degli impianti, nel controllo delle emissioni, nella trasparenza dei dati, una graduale riconversione in un polo energetico meno impattante ma ancora strategico per l’Italia, soprattutto oggi, in un contesto geopolitico internazionale instabile. Cedere queste risorse senza una visione industriale e ambientale condivisa equivale a indebolire il Paese.
La partita è complessa, certo. Ma non abbiamo scelta. Il futuro di Falconara si gioca anche – e soprattutto – adesso. Non possiamo più accontentarci del profitto a breve termine. Lo dico anche al mondo imprenditoriale: il legittimo utile di un’azienda non può e non deve essere scollegato dal benessere della comunità in cui opera. È questo il nostro dovere: non per ideologia, ma per giustizia.
- Dettagli
- Creato VenPMCESTE_Maggio+0200RMagPMCEST_Jth7
Cari amici, vi propongo un'interessante intervista che Francesco Battistoni, deputato e commissario di Forza Italia nelle Marche, ha rilasciato oggi sul Carlino e durante la quale ha toccato vari aspetti: infrastrutture, economia, elezioni regionali.
Buona lettura
Battistoni (Forza Italia): "Lista nel segno del Ppe. Saremo seconda forza"

"Aperti al dialogo con quanti si riconoscono nei valori dei Popolari europei. Competizioni non ci interessano, felici di accogliere nuovi amministratori".
Francesco Battistoni, deputato e commissario di Forza Italia nelle Marche, fissiamo l’asticella per le elezioni regionali: possiamo dire che l’obiettivo è di essere la seconda forza del centrodestra? "Preciso che le competizioni interne non ci interessano. Detto questo, le reali aspirazioni di Forza Italia sono in primis di lavorare bene e di radicarsi sempre più nei territori come partito moderato di centro. Sì, puntiamo a essere la seconda forza della coalizione di centrodestra, nella quale possiamo portare la nostra salda convinzione e i nostri valori europeisti. Facciamo parte del Ppe (Partito popolare europeo), crediamo nell’Ue e siamo convinti che rappresenti un faro per affrontare e vincere le sfide del nostro tempo. Vogliamo crescere, lo stiamo facendo a ogni elezione e intanto altri amministratori si sono avvicinati al nostro partito".
Anche in Consiglio regionale, dove diversi consiglieri della Lega sono passati nel gruppo di Forza Italia.
Mi permetta di precisare: Giovanni Dallasta è entrato in Consiglio regionale nel gruppo misto, Mirko Bilò e Lindita Elezi avevano già lasciato la Lega per il gruppo misto, prima di aderire a Forza Italia. Sono contento del fatto che ci abbiano scelto, perché significa che siamo attrattivi e che i nostri valori sono aggreganti. In questa strategia si inseriscono i congressi provinciali e comunali che abbiamo celebrato nelle Marche su indicazione del nostro segretario, il vicepremier Antonio Tajani. Ci hanno permesso di avvicinare nuove figure e di accrescere il radicamento del partito. Nelle Marche abbiamo raggiunto la quota di 3.200 tesserati.
Base Popolare dell’ex governatore Spacca propone una lista dei moderati. Ci state?
Guardi, abbiamo già iniziato questo percorso alle regionali di cinque anni fa. Nella nostra lista c’erano il simbolo di Forza Italia e quello dei Civici Marche, a dimostrazione che vogliamo unire anche il mondo civico che si riconosce nei valori moderati e cattolici. Aggiungo: alle elezioni europee Tajani ha presentato il manifesto dei sindaci civici che si riconoscono nel programma di Forza Italia. Come vede, siamo disponibili al dialogo con tutte le forze che si riconoscono nei valori del Ppe.
Quindi ci state?
Ripeto: se c’è condivisione di valori e programma, siamo aperti al dialogo. Ma non chiamiamola lista dei moderati, moderato è un termine del quale si abusa negli ultimi tempi. Definiamola piuttosto come una lista di forze che si riconoscono nel Partito popolare europeo.
Veniamo ai vostri cavalli di battaglia, il Ddl per la decontribuzione per le imprese delle Marche come regione in tansizione e la Zona logistica semplificata. A che punto siamo?
Stiamo andando avanti, la priorità e di ascoltare e supportare le categorie produttive. In finanziaria è stato approvato un ordine del giorno sulla decontribuzione per le imprese delle Marche. Ovviamente sono percorsi complessi, che richiedono passaggi anche a livello comunitario. Abbiamo interessato i vertici nazionali del partito.
Priorità?
La valorizzazione del made in Italy (moda, mobili, agroalimentaere), punto di forza della regione e massima attenzione al potenziamento delle infrastrutture. Le Marche devono essere collegate meglio: ci sono già progetti e stanziamenti del governo, andiamo avanti.
A proposito, da vicepresidente della commissione ambiente, territorio e lavori pubblici ha seguito il problema dei cantieri sull'A14 tra San Benedetto e Grottammare. Quando vedremo la fine?
Intanto le anticipo che prima della chiusura estiva dei cantieri proporrò un altro sopralluogo per verificare lo stato di avanzamento dei lavori.
Alle regionali la sfida sarà con il centrosinistra (probabilmente il "campo largo" guidato dall'europarlamentare dem Matteo Ricci. Preoccupato?
Ogni elezione è una partita a sé stante, va affrontata con il giusto spirito e la convinzione di aver intrapeso la strada giusta in questi cinque anni di amministrazione regionale. Rispetto per tutti, paura di nessuno.
