Accoglienza e solidarietà sono valori che vanno di pari passo con la razionalità

Accoglienza e solidarietà sono valori che vanno di pari passo con la razionalità
Foto di Gerd Altmann da PixabayDa qualche giorno a questa parte si dibatte soprattutto ad Ancona (ma la questione essendo comune abbraccia un quadro molto più ampio) sull’accoglienza di migranti. Il sindaco Daniele Silvetti ha fatto presente che la Dorica è in forte affanno nel prendersi cura delle persone che finora sono state soccorse e assegnate al nostro territorio (circa 400 in due mesi) e, pur non sottraendosi alla solidarietà, ha sollevato la questione. Subentrano questioni di salute (degli stessi migranti che non possiamo certo stipare), di certezza del diritto (nel gestire chi ha i requisiti per richiedere lo status di rifugiato e chi invece andrebbe rimpatriato) e anche di sicurezza delle città.

Al Governo nazionale spetta l’improbo compito di rivoluzionare l’atteggiamento europeo nei confronti degli sbarchi da vedere e affrontare come una questione continentale, non prettamente locale. In attesa di nuove dai piani alti, al tempo stesso, è chiaro che non si possono abbandonare gli enti locali, già alle prese con le difficoltà di tutti i giorni per far quadrare i bilanci, erogare servizi ai propri cittadini, fronteggiare le varie emergenze interne.

Vi faccio un esempio. Ai sindaci vengono affidati i minori non accompagnati che devono essere posti in apposite strutture di accoglienza. Le rette sono a carico del Comune. Lo Stato, in questo caso la Prefettura, assegna un compito all’ente locale che è costretto a provvedere in toto a questa incombenza. A Falconara spendiamo quasi un 1 milione di euro all’anno per assolverla. Un carico appesantisce ulteriormente un bilancio già complicato per la faciloneria amministrativa della sinistra degli anni passati (sì, continueremo a parlarne finché non saranno estinti i mutui contratti sulle spalle dei falconaresi e quindi almeno per altri 20 anni) e che ad oggi non ci possiamo permettere.

Risorse che il Comune avrebbe potuto spendere per, ad esempio, agevolazioni alle famiglie meno abbienti, servizi sociali e scolastici. E invece no. Lo Stato demanda un servizio proprio ai Comuni senza riconoscere ad essi nessun rimborso. Già solo su questo ci sarebbe da ridire ma c’è un ulteriore aspetto da valutare. E cioè che nel pur sacro rispetto del principio LAICO di aiuto a chi ha bisogno va valutata serenamente la capacità che ha il Sistema Paese in questo senso. Di certo non siamo in grado di salvare da soli tutta l’Africa. Quanti ce ne possiamo permettere? Così come siamo adesso stiamo dando un pessimo servizio a tutti. Ai cittadini, prima di tutto, e agli stessi migranti.

Ultimi Articoli